Senza la rinascita delle aree interne non c’è sviluppo


Nei nostri più recenti appuntamenti, ho più volte sottolineato i valori della pace, della democrazia, della libertà. Stelle polari che, in queste ore, non possono che guidare le mie riflessioni, mentre mi rivolgo a voi, amici e amiche di ALI. Pace: ci ha appena lasciati l’Uomo di Pace per eccellenza, l’amato Papa Francesco, spirato dopo mesi di dolorosa malattia. Mentre il mondo intero si raccoglie nel cordoglio, mentre la nostra Repubblica gli rende i doverosi omaggi, io ho in mente le sue più recenti parole: fin nel suo ultimo Angelus ha chiesto il cessate il fuoco nei territori martoriati da guerre fratricide, l’Ucraina e il Medioriente. So che molti di voi sono uomini e donne di fede, ma anche chi, fra voi, non si riconosce nel cattolicesimo non può che riconoscere che la morte di Papa Francesco segna la scomparsa di una figura straordinaria, capace di parlare al mondo con semplicità, profondità e coraggio. Nei suoi anni di Pontificato, ha messo al centro gli ultimi, la pace, il dialogo. Il suo esempio resterà un faro per tutti, credenti e non.

Libertà e democrazia: scrivo a ridosso del 25 aprile; quest’anno la Repubblica italiana celebra gli 80 anni dalla liberazione. Fu grazie alle donne e agli uomini che si batterono in nome di questi ideali se noi oggi siamo qui, liberi, in un Paese democratico. Il loro sacrificio è la nostra guida, il senso del nostro agire, da cittadini, da amministratori locali, da persone impegnate in politica e nella società civile. Ma si tratta anche di ideali che, da europei quali siamo, dobbiamo testimoniare al mondo, nello scenario globale attuale che come ho spesso ricordato è controverso e difficile.

Dicevo, nel nostro scorso incontro, che da ragazzo dell’Europa, quale mi sento, ho deciso di mettermi al servizio della mia regione, le Marche, tenendo alto lo sguardo verso quei valori che ho appena elencato sui quali l’Unione Europea si fonda e i piedi ben saldi in terra, nel prezioso humus dei nostri territori, dai quali può partire concretamente la riscossa del nostro Paese all’atteggiamento di chiusura e conservatorismo che purtroppo, devo dire configura l’attuale agone politico, non solo italiano.

“Ripartire dai territori”: quante volte l’abbiamo detto o sentito dire? Uno slogan, forse un tormentone, per noi progressisti. Io ci credo davvero: ho fisicamente percorso il mio territorio, in bici, con un gruppo di amici, perché ritengo fondamentale un’opera di ricucitura delle nostre terre, in special modo le aree interne. Mentre ci avviamo al prossimo appuntamento, proprio dedicato alle aree interne, che ALI terrà a giugno, il mio pensiero corre proprio a quella sfida complessa eppure entusiasmante che ci aspetta.

Sindaci e amministratori sono chiamati a costruire buone pratiche a livello locale, per garantire un nuovo sviluppo, in grado di tenere insieme sostenibilità e questione sociale. Allo stesso modo, bisogna essere in prima linea per riportare al centro del dibattito politico nazionale il rilancio delle aree interne, con una strategia chiara, capace di restituire dignità a quei territori ingiustamente trascurati, assicurando crescita e benessere.

Dalle aree interne può sprigionarsi nuova energia per l’intero Paese. Ritengo che un punto essenziale dello sviluppo dei nostri territori debba essere un potente piano di investimenti pubblici europei, sulla scorta di quanto avvenuto con il Next Generation EU, che sostenga la doppia transizione, ecologica e digitale. Proprio da queste linee di sviluppo potranno ritrovare nuova vita le nostre aree interne: se meglio collegate, se più fornite di infrastrutture e servizi anche digitali, potranno attrarre nuove forme di cittadinanza e di lavoro: pensiamo ai liberi professionisti, ai nomadi digitali, alle giovani famiglie che
desiderano uno stile di vita più sereno.

Proprio per questo, avendo in mente l’idea di una regione che faccia del benessere equo e sostenibile, ho lanciato alcune proposte per le aree interne delle Marche: proposte che ritengo assolutamente replicabili anche altrove e che desidero condividere con voi. Per combattere lo spopolamento e riportare la vita nei nostri borghi, propongo innanzitutto di dare un contributo a fondo perduto di 30mila euro a chi decide di trasferirsi nei territori interni. Poi di investire sulle nuove generazioni, con asili nido gratuiti per i residenti nelle aree interne, trasporto scolastico senza costi per gli studenti pendolari provenienti dalle interne e più fondi per le scuole elementari e medie con classi plurime, spesso l’unica soluzione possibile nei piccoli centri. Infine, di spingere sulla ricostruzione post sisma, sfoltendo la burocrazia e accelerando le pratiche, nelle aree colpite da terremoti. Senza la rinascita delle aree interne non c’è sviluppo: rilanciare i nostri territori interni darà, contemporaneamente, nuovo afflato ad aree ad oggi sottoutilizzate e ridurrà la corsa al trasferimento verso le coste e le aree urbane, oberate dalla sovrappopolazione.
Economia sostenibile, servizi efficienti, innovazione e qualità della vita: questo, a mio parere, è il quadro di interventi che potranno cambiare il volto delle nostre aree interne, nei prossimi anni. Avremo presto occasione di confrontarci su questi temi, durante il prossimo evento a cura di ALI: non mancate.