
La Commissione Europea sta delineando il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2028-2034, proponendo una riforma significativa nella gestione dei fondi dell’Unione Europea. L’obiettivo principale, dichiarato dalla Commissione, è semplificare e rendere più flessibile l’allocazione delle risorse, ispirandosi al modello adottato per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo approccio prevede l’assegnazione di una dotazione finanziaria unica a ciascuno degli Stati membri, contro gli attuali 500 programmi.
La proposta mira a legare più strettamente i finanziamenti all’attuazione di riforme e al conseguimento di obiettivi politici comuni, riducendo al contempo la burocrazia. Ad esempio, uno Stato membro interessato a investire nell’edilizia sociale potrebbe essere tenuto a colmare il divario occupazionale di genere, mentre per ottenere fondi destinati a strutture di accoglienza per migranti potrebbe essere richiesta una maggiore cooperazione transfrontaliera.
Tuttavia, questa centralizzazione ha suscitato preoccupazioni tra le autorità locali e regionali. Il Comitato delle Regioni (CdR), organo consultivo dell’UE che rappresenta le autorità locali, ha espresso riserve riguardo all’allontanamento dalla governance multilivello e dal principio di sussidiarietà.
Il CdR teme che affidare la gestione dei fondi esclusivamente ai governi nazionali possa ridurre il coinvolgimento delle regioni e delle città, le quali svolgono un ruolo cruciale nell’implementazione delle politiche europee a livello locale. In una dichiarazione, il CdR ha affermato che la politica di coesione, così come attualmente concepita, è a rischio e cooncordando la necessità di un rinnovamento che la rafforzi e la renda più adeguata alle sfide attuali, ha invitato a evitare una centralizzazione eccessiva.
La discussione sul futuro bilancio dell’UE evidenzia una tensione tra l’esigenza di semplificazione e l’importanza di mantenere una governance inclusiva che valorizzi il contributo delle autorità locali e regionali, tenga conto delle specificità locali e promuova una partecipazione attiva di tutti i livelli di governo.
I negoziati sul QFP 2028-2034 sono previsti per l’estate del 2025 e si preannunciano complessi, dovendo bilanciare le diverse esigenze degli Stati membri, delle istituzioni europee e delle realtà locali. Il dibattito riflette la sfida di conciliare l’efficienza amministrativa con la rappresentanza democratica e la coesione territoriale all’interno dell’Unione Europea.
Di Emanuele Bobbio, Direttore Ufficio Studi e Analisi