Sicurezza urbana, un modello di videosorveglianza integrata: il caso del Medio Polesine

Mettere in campo politiche per la sicurezza rappresenta una sfida che spesso le amministrazioni locali, per problemi di sottigliezza delle strutture e di costi, non riescono a fare, demandando invece ad altre istituzioni la gestione di quello che viene sempre più riconosciuto dai cittadini come un diritto inalienabile e fondamentale. La stessa Europa nel Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), prevede, all’articolo 67, che “L’Unione si adopera per garantire un livello elevato di sicurezza attraverso misure di prevenzione e di lotta contro la criminalità, il razzismo e la xenofobia, attraverso misure di coordinamento e cooperazione tra forze di polizia e autorità giudiziarie e altre autorità competenti, nonché tramite il riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie penali e, se necessario, il ravvicinamento delle legislazioni penali”. Coordinamento e cooperazione sembrano i due cardini per garantire strategie efficaci e, in tal senso, esistono in Italia anche esempi virtuosi che è interessante scoprire. Dal Polesine, ad esempio, emergono progetti e percorsi estremamente avanzati in chiave di programmazione di politiche per la sicurezza. È il caso, ormai più volte citato a livello nazionale, del sistema di videosorveglianza messo in campo dalla Polizia Locale Associata del Medio Polesine, ideato e realizzato dal comandante Silvio Trevisan, con cui abbiamo interloquito.

Comandante, come nasce e si sviluppa il suo progetto di sicurezza urbana attraverso la videosorveglianza…

Il progetto nasce dall’esigenza di sicurezza espressa dai comuni e da qui ho iniziato a valutare le varie soluzioni che si potevano mettere in campo; considerata la forma associata che comprendeva diversi comuni non ci si poteva focalizzare su sistemi “tradizionali” di videosorveglianza. La necessità era di riuscire ad avere un qualcosa che permettesse di monitorare costantemente il territorio e di riuscire ad avere “degli allarmi” prima che fossero consumati eventuali reati. Quindi l’idea è stata quella di iniziare ad usare, in abbinamento con le tradizionali telecamere di contesto, telecamere di lettura targhe, creando un perimetro che racchiudesse i comuni associati, andando poi a intensificare la rete di controllo al fine di poter monitorare gli spostamenti di veicoli sospetti all’interno dell’area controllata. Ovviamente i “lettori targhe” sono collegati a un software che invia “gli allarmi”, oltre che alla nostra centrale anche ai nostri veicoli della Polizia Locale che pattugliano il territorio con la possibilità in tempo reale di intercettare e fermare eventuali veicoli segnalati. Il progetto viene costantemente seguito ed aggiornato con l’introduzione di eventuali nuovi software più performanti di quelli in uso. Infatti nel corso del tempo i sistemi di gestione dei lettori targhe non rispondevano più alle esigenze e/o le ditte non erano più disposte ad intervenire con le richieste di integrazione fatte dal comando si è quindi proceduto alla loro sostituzione.

Quali sono i punti di forza che sistema che ha messo in campo?

I punti di forza sono la possibilità di essere continuamente implementato e la versatilità del sistema anche se attualmente non è possibile avere i dati dei veicoli rubati o segnalati in tempo utile al fine di poter sfruttare tutte le potenzialità del sistema.

Quanto risulta utile la collaborazione interforze nella programmazione della sicurezza?

Sicuramente la collaborazione con le Forze di Polizia dello Stato è indispensabile al fine di avere segnalazione utili per le ricerche e interventi sul territorio. Si deve però evidenziare che risulta difficile far comprendere alle Forze di Polizia dello Stato che i Comuni debbono sottostare alle norme della privacy con le grandi responsabilità che esse comportano per i Sindaci. Siamo impegnati in prima linea per superare queste difficoltà per potere avere, in un prossimo futuro, una rete di telecamere collegate ad una unica centrale operativa, che possa ottimizzare il controllo del territorio ed alla quale possano confluire i dati delle telecamere di lettura targhe per rendere tempestivi gli interventi delle Forze di Polizia dello Stato e della Polizia Locale. Si ritiene opportuno precisare che un sistema di questo tipo esprime le sue potenzialità se utilizzato in un contesto operativo ampio come lo è una convenzione di più comuni.

Quali sono i risultati concreti più visibili ottenuti?

La gestione del territorio per il controllo di veicoli che ci vengono segnalati dai cittadini tramite una apposita applicazione che abbiamo sviluppato, con la ditta che ci ha fornito il software per la gestione del Comando. Per quanto riguarda l’attività investigativa, sono stati individuati veicoli rubati utilizzati da persone che gravitavano nei territori dei comuni associati o transitanti nei nostri comuni. Il sistema si è dimostrato fondamentale per l’individuazione e cattura delle persone che operavano furti alla sale da gioco e nel monitoraggio di movimenti di auto ricercate. Infine è stato determinante in due casi di omicidio avvenuti nella nostra provincia per la cattura degli autori. Il sistema non solo riesce a garantire una sicurezza nei nostri territori ma risulta essere utile ance per la sicurezza degli altri comuni della Provincia.

Cosa suggerirebbe a chi volesse “copiare” la sua idea?

Più che copiare suggerisco di partire dalle necessità del territorio. Da lì sviluppare un sistema che si adatti alle esigenze e che possa essere sempre implementato e innovato. Arrivare prima significa riuscire a fare meglio prevenzione.

*di Leonardo Raito, Sindaco di Polesella e Vice Presidente Ali Veneto