Una presidenza aperta, larga, rappresentativa di tutti i territori lombardi e che punti a ri-generare comunità a ogni livello, ovviamente quelle comunità che quotidianamente amministriamo, ma anche la nostra comunità, quella formata da sindaci e amministratori riconducibili all’area di centrosinistra appassionati delle proprie comunità locali e desiderosi di impegnarsi a loro favore; la comunità ALI-Lombardia. Con questo obiettivo mi sono presentato lo scorso dicembre al congresso che ha condiviso il programma da me proposto e mi ha confermato presidente. Un onore per cui ringrazio i colleghi, a cominciare da Stefania Bonaldi che mi ha preceduto in questo ruolo, e che voglio tradurre da subito in un impegno improntato, insieme, a una visione prospettica e alla massima concretezza. Perché su queste due gambe cammina il nostro lavoro di sindaci: una visione di città e una capacità di darle vita misurandosi con le specificità della situazione locale. Sono certo di essere capito perché il lavoro quotidiano di un sindaco incarna quella politica che mi piace chiamare delle tre S. La prima S è quella di SCARPE, perché se è vero che i sindaci hanno il loro ufficio dove passano tante ore della giornata, tutti i giorni i sindaci vanno anche incontro ai bisogni delle persone con le loro storie, scendono in strada immergendosi nella vita reale delle comunità. La seconda è quella di SERVIZIO, perché gli amministratori sono a servizio delle comunità per renderle più sostenibili sotto diversi aspetti. Ed è per questo che lavoriamo e continueremo a lavorare sui temi delle tre grandi transizioni che stanno segnando il cambiamento d’epoca di cui siamo testimoni e di cui dobbiamo diventare protagonisti: la transizione ecologica, quella tecnologica e quella demografica. La terza è quella che sta per SORRISO, perché gli amministratori debbono dare coraggio, speranza e dignità ai loro cittadini nelle tante difficoltà da affrontare e nel generale clima di sfiducia che da tempo circonda le istituzioni. Come sindaci, rappresentanti dell’ente più vicino ai cittadini, abbiamo la responsabilità di essere in prima fila in quell’opera di ricostruzione del rapporto fra i cosiddetti palazzi e le persone. Si tratta di un lavoro necessario in un’epoca segnata da crisi che si susseguono senza soluzione di continuità in questi ultimi anni: il 2020 nel segno del Covid, della paura e dell’incertezza su come affrontarlo; il 2021 come l’anno della lenta uscita dalla pandemia, ma anche degli effetti profondi determinati dal virus nel tessuto delle nostre comunità, delle nuove situazioni di povertà, dello stress sociale che si è manifestato in particolare nelle giovani generazioni; il 2022, quando la pericolosità del virus è calata, ma l’attacco russo all’Ucraina ha rovesciato su tutti noi le conseguenze umane di un conflitto ancora aperto e il forte rincaro di energia e materie prime. Se proprio in queste fasi, che hanno segnato il picco della criticità, ALI è stato un luogo di confronto e scambio per gli amministratori locali, adesso siamo chiamati a un cambio di passo: il 2024 dovrà essere l’anno per ricominciare e costruire guardando oltre il presente. Per questo l’obiettivo che mi sono posto per il 2024 è strutturare una presidenza larga e rappresentativa di tutti i territori lombardi che lavori in più direzioni ma con una unica finalità comune: Ri-generare la comunità ALI Lombardia mantenendola in stretto collegamento con ALI Nazionale. Lo faremo utilizzando i canali di comunicazione tra i sindaci delle varie province per avere nella presidenza almeno un referente per ciascuna provincia; da qui la mia idea di un gruppo aperto a candidature spontanee che potranno arrivare in tutto il corso dell’anno. Un’ALI Lombardia più forte e più rappresentativa potrà meglio creare spazi di confronto con le diverse realtà di riferimento: Ali Nazionale, per portare a Roma le esigenze e le istanze degli amministratori lombardi; Anci Lombardia, per portare le istanze degli amministratori e amministratrici progressisti dentro ANCI; Regione Lombardia, per intervenire anche in sede di formazione e legislazione regionale; ma anche Leganet, Rete dei Comuni sostenibili e Avviso pubblico. Dico questo forte di una convinzione ben precisa: la necessità di valorizzare le specificità del territorio lombardo non per creare spaccature fra i territori del nostro Paese ma dentro un quadro e un disegno unitario. Rilanciare l’azione di ALI in Lombardia significherà ri-generare opportunità. Un buon anno di lavoro a tutti.
di Lorenzo Radice – Presidente ALI Lombardia, Sindaco di Legnano