Aree Interne: fate presto!

E’ entrata, ormai da qualche mese, in piena operatività la programmazione per le Aree Interne, relativa all’Accordo di Partenariato della politica di coesione europea 2021-2027.

I criteri alla base della determinazione delle Aree Interne sono rimasti immutati rispetto al precedente Accordo di Partenariato e concorrono a classificare tutti i Comuni italiani in Centri (Poli o Cinture) ed Aree Interne (Intermedie, Periferiche ed ultraperiferiche) o, per meglio dire, Aree Marginali rispetto ai Poli stessi.

Questa strategia di classificazione, elaborata ormai oltre dieci anni fa, intende dare una misura oggettiva della marginalità di un Comune, in base alla distanza da un “centro di servizi” cioè un Comune che sia “Polo” e rappresenta, ancora oggi, uno strumento valido ed oggettivo; tuttavia appaiono del tutto inadeguati i criteri che rendono “Polo” un Comune: una Stazione di tipo Silver (una stazione di terzo livello su una scala di quattro), un Ospedale D.E.A. di I Livello ed un’offerta scolastica secondaria superiore completa, cioè almeno un liceo, un istituto tecnico e un istituto professionale.

Un set di indicatori parziale e non attinente alla condizione socio-economica attuale, non contemplando in alcun modo:

  • Parametri economici (quali, ad esempio, il tasso di occupazione, il reddito medio pro capite, la quantità e qualità degli insediamenti produttivi)
  • Parametri demografici (saldo naturale, saldo migratorio)
  • Ulteriori parametri di Servizi (accesso ad un porto, ad un aeroporto, accesso a linee ferroviarie ad Alta Velocità, accesso alla Banda Larga, accesso alla rete metanifera).

L’Abruzzo ben rappresnta questa scarsa attinenza alla realtà: secondo l’attuale classificazione, infatti, ci sono 5 Poli (i 4 capoluoghi di provincia e Avezzano); è evidente come nessuno di queste città (tranne, forse, Pescara) ha i servizi e le potenzialità socio-economiche dei grandi centri urbani del nostro Paese.

Questa classificazione, sbilancia, di fatto, tutta la classificazione delle Aree Marginali, ponendo Colledara (la cui popolazione attuale è circa la metà di quella del 1951, reddito pro capite 14.500 euro) al pari di Arese (la cui popolazione attuale è 8 volte quella del 1951, reddito pro-capite 33.500 euro)… entrambi sono “cintura” di un polo (Teramo e Milano, rispettivamente). E, soprattutto, Colledara, al pari di Arese, non è un’area interna.

Cagnano Amiterno, in provincia dell’Aquila, con tutte le difficoltà di collegamento dell’Abruzzo interno che ben conosciamo, è classificato “Area Interna Intermedia” come Fiumicino (con una stazione ferroviaria “vera”, un porto e un aeroporto).

Appare evidente, quindi, la necessità di procedere rapidamente ad una nuova definizione dei Comuni italiani per meglio “leggere e comprendere” le fragilità del Paese. E, soprattutto, per intervenire, di conseguenza, con provvedimenti che tendano alla riduzione delle disuguaglianze cresciute, in modo esponenziale, a causa delle crisi che hanno caratterizzato gli ultimi due decenni.

E occorre farlo in fretta perche, anche in questo caso, la Velocità è un fattore determinante.

*di Giacomo Carnicelli, Presidente Ali Abruzzo e presidente del Consiglio comunale di Tornimparte