Responsabili senza gloria: il tema delle indennità negli enti di bacino

I costi della politica hanno rappresentato un tema forte per i movimenti populisti. L’idea che chiunque esercita una carica pubblica lo debba fare gratis et amore dei guidato solo dall’onestà (e un presupposto fondamentale, neanche da richiedere) e dall’amore per il prossimo, rischia di vedere una immedesimazione dell’amministratore nel ruolo del martire. Non si tratta di argomenti da affrontare con leggerezza, anzi. E cercheremo di farlo con serietà per dimostrare che è necessario un ripensamento del peso da assegnare ai ruoli di chi si occupa della cosa pubblica. Eppure, il dopo tangentopoli ha prodotto una banale identificazione di politica e malaffare ed è quasi passata l’idea che chi intende fare il mestiere del politico lo faccia solo per interesse personale.  Niente di più sbagliato.

Credo che nessuno pensi che un chirurgo che esegue trapianti di cuore debba avere lo stesso stipendio di chi raccoglie le foglie per strada. Il tema della remunerazione è parametrato alle responsabilità legate alla funzione esercitata. Per gli enti locali questa equazione non vale, e ancora meno per chi gestisce settori strategici come rifiuti e idrico.

Gli Enti di governo dell’ambito (EGA) sono gli organismi individuati dalle Regioni per ciascun Ambito Territoriale Ottimale ai quali partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni ricadenti nell’ATO ed ai quali è trasferito l’esercizio delle competenze dei Comuni stessi in materia di gestione delle risorse idriche, ivi compresa la programmazione delle infrastrutture idriche. Agli Enti di governo dell’ambito sono attribuiti, in particolare, compiti come la predisposizione e aggiornamento del Piano d’Ambito (costituito dall’insieme dei seguenti atti: ricognizione delle infrastrutture, programma degli interventi, modello gestionale e organizzativo, piano economico-finanziario); l’affidamento del servizio idrico integrato; la predisposizione della convenzione di gestione per la regolazione dei rapporti tra Ente di governo dell’ambito e soggetto gestore, sulla base della convenzione tipo adottata dall’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico; e al fine dell’aggiornamento del piano economico-finanziario, predisposizione della tariffa nell’osservanza del metodo tariffario adottato dall’Autorità e relativa trasmissione a quest’ultima per l’approvazione. Gli stessi compiti sono declinati anche per il settore dei rifiuti.

Fino a qualche anno fa, con le stesse, o addirittura con meno responsabilità rispetto a quelle di adesso, presidenti e consiglieri degli ATO avevano indennità di carica parametrate a quelle dei presidenti delle province eletti direttamente dai cittadini. Giusto, sbagliato? Non lo so. Quello che so tuttavia, essendo stato chiamato dai miei colleghi sindaci a presiedere uno di questi consigli di bacino, è che oggi si esercita la funziona a titolo non oneroso. E poiché il presidente del consiglio di bacino deve essere un sindaco o un assessore comunale, significa che questi deve esercitare una funzione aggiuntiva, con relativi impegni e responsabilità, tempo, studio e capacità, senza vedere remunerato il proprio lavoro. E allora torniamo all’ “eppure” di partenza.

Eppure un presidente di EGATO, come legale rappresentante, si assume la responsabilità di affidare servizi del valore industriale di centinaia di milioni di euro; eppure si assume la responsabilità di stabilire una tariffa che vale per migliaia di famiglie; eppure ha il compito di vigilare sulla funzionalità dei servizi pubblici che sovrintende;  eppure corre il rischio di assumersi responsabilità con ricadute in ambito ambientale, economico, erariale, occupazionale. Non stiamo parlando di aspetti solo tecnici, ma di politica organizzativa di servizi essenziali.

Siamo sicuri che, in un paese serio, sia corretto lo debba fare gratis?

*Di Leonardo Raito, Sindaco di Polesella e Vice Presidente Ali Veneto