A San Gimignano Gli Stati Generali della Bellezza

Il Sindaco Marrucci: bellezza, cultura e turismo necessitano di due condizioni: la pace e un pianeta in equilibrio

Due giorni dedicati alla bellezza, alla cultura e al turismo nel cuore della Toscana. Sono gli “Stati generali della Bellezza”, la prima Assemblea Nazionale degli Assessori alla Cultura e Turismo organizzata da Ali che ha riunito a San Gimignano oltre 300 sindaci, amministratori locali e rappresentanti del mondo della cultura e del turismo per parlare di bellezza e territori, scambiarsi idee, visione amministrativa e buone pratiche di gestione del patrimonio storico e naturalistico, la tutela, la valorizzazione e la promozione delle nostre città, borghi e paesaggi. Al centro della due giorni anche le sfide che la politica è chiamata ad affrontare, come è cambiata l’economia, la vita delle comunità e il turismo in questi ultimi due anni di pandemia; ma anche la tutela del patrimonio storico, naturale, artistico e paesaggistico. Protagoniste della kermesse le Capitali della Cultura, le città UNESCO, i borghi più belli d’Italia e la bellezza dei Comuni italiani.

Ad aprire i lavori dell’Assemblea il Sindaco di San Gimignano Andrea Marrucci, che ha aperto il suo intervento con il ricordo delle vittime della Marmolada. Una tragedia che ci parla, ha detto Marrucci, “il cambiamento climatico è purtroppo già in atto ed è anche molto più veloce di quanto potevamo immaginare. “Il Climate change – ha proseguito il sindaco di San Gimignano – è la questione e l’emergenza del secolo. Dobbiamo parlarne, perché richiama tutti noi che abbiamo responsabilità di governo e ci occupiamo della Cosa Pubblica a una grande responsabilità collettiva. La bellezza, la cultura e il turismo necessitano di alcune condizioni per esistere: la pace, perché non si prospera nella guerra, e un pianeta in equilibrio”. Sul cambiamento climatico Marrucci ha aggiunto che la preoccupazione “la viviamo anche qui a San Gimignano, sia per la tutela quotidiana di questo straordinario patrimonio dell’umanità sia per la resistenza e la sopravvivenza delle culture di pregio che abbiamo nella nostra campagna”. Un concentrato formidabile di eccellenze italiane, “pensiamo alla Rocca di Monte Staffoli, o al centro storico che per le sue caratteristiche è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità nel 1990, un luogo in cui si fondono tradizione, storia, arte, cultura, enogastronomia con punte di assoluta eccellenza nella viticoltura, come il Vernaccia”.

“Secondo il Rapporto ‘Io sono Cultura 2021’, la Toscana è stato il territorio che ha maggiormente risentito della crisi in campo culturale registrando una contrazione del valore aggiunto del -10,4%. Il sistema culturale e creativo ha un effetto moltiplicatore di 1.8, il che significa che per ogni euro prodotto se ne generano 1,8 nel resto dell’economia. Dunque la cultura non è il superfluo, ma  cosa concreta e serissima, un fattore economico su cui rilanciare non solo la ripartenza ma anche la ripresa del Paese”. Del resto ci sono parole che sono scolpite come nella pietra, recentissime, e sono le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso in Aula alla Camera davanti al Parlamento in seduta comune, in occasione del giuramento per il secondo mandato: “L’Italia è, per antonomasia, il Paese della bellezza, delle arti, della cultura. Così nel resto del mondo guardano, fondatamente, verso di noi. La cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell’identità italiana”.

“Cultura e turismo sono due pilastri su cui impostare la ripresa post-pandemica e programmare azioni di resilienza”, ha proseguito Marrucci, “il Pnrr dedica alla cultura 7 miliardi, una bella cifra che ha molte luci ma in cui noi amministratori vediamo anche qualche ombra”.  E la rivendicazione di maggiore attenzione per le aree interne, per i paesi e i borghi: “bisogna evitare lo spopolamento già in essere, per questo però servono maggiori servizi, ad esempio la banda larga, perché se non creiamo opportunità per luoghi come San Gimignano, così ricchi e con un’economia così diversificata, il rischio è forte e il trend demografico lo conosciamo”.

Sulla pandemia ha poi specificato che non è stato solo un impoverimento economico ma anche umano. Non si può vivere senza arte e bellezza. Occorre un cambio di paradigma per il nostro futuro: la pace come valore universale e pre-condizione di ogni prosperità e di sviluppo culturale, la lotta alle disuguaglianze e alle povertà educative, lo sviluppo sostenibile in equilibrio con il pianeta.

“L’Italia ha due appuntamenti molto importanti nei prossimi mesi – ha ricordato Marrucci –. A settembre l’UNESCO organizza in Messico la Conferenza Mondiale sul Turismo, un appuntamento che stabilirà una visione comune delle politiche culturali convergendo su alcune priorità, come la cultura basata sul rispetto dei diritti umani e sulla diversità culturale, sulla protezione internazionale del patrimonio, mai scontata, sul sostegno e stimolo alle industrie creative capaci di creare vitalità economica, la cultura come parte integrante degli obiettivi di sostenibilità 2030. Una grande occasione per gli Stati membri dell’UNESCO e soprattutto per l’Italia. Di fondamentale importanza poi a novembre a Firenze i 50 anni della Convenzione di Parigi a tutela del patrimonio culturale e naturale firmata nel 1972. E proprio in materia di UNESCO credo che possiamo avanzare la prima proposta su cui discutere – ha concluso Marrucci – la necessità di un tagliando alla legge 77/2006, una legge molto importante ma che dopo 16 anni necessita di strumenti più adeguati e più moderni, azioni e risorse dedicate”.

Di Valentina Guiducci, Ufficio stampa Ali