Sulle RSA si gioca una sfida primaria dei prossimi decenni

Il convegno “Next generation anziani” che abbiamo tenuto sotto l’egida di Ali Veneto sabato 7 maggio a Polesella (RO), ha rappresentato un primo momento estremamente serio di riflessione sul sistema della residenzialità per anziani in Veneto. Dobbiamo dire che i temi emersi sono molti, e tali da aprire un’ampia riflessione anche nel mondo delle amministrazioni locali in vista di un sempre maggiore invecchiamento della popolazione che rappresenterà l’elemento sociale di massima attenzione nei prossimi decenni.

Il quadro che è emerso dagli interventi non è stato del tutto confortante e se dovessimo rispondere a una delle domande con cui avevamo introdotto la giornata, ovvero “siamo pronti per le sfide del futuro?” dobbiamo dire che la risposta non può essere positiva. Uno dei problemi su cui sono concentrate le maggiori preoccupazioni riguarda il numero degli operatori e dei professionisti sanitari: troppo pochi quelli attualmente presenti e impegnati nel settore e, in prospettiva, il divario tra domanda e offerta amplierà ancora di più la forbice e in modo drammatico con ripercussioni sulla tenuta dei servizi di assistenza. Il sistema di istruzione e formazione dovrebbe prevedere con chiarezza la domanda del prossimo ventennio e mettere in campo i giusti contrappesi individuando nuovi percorsi di studio e di formazione specializzante. Non di meno, vanno posti in evidenza i trattamenti economici del personale, anche per prevenire una fuga dalle Rsa verso ospedali e altre attività più attrattive.

Sul tema delle strutture (parliamo di fabbricati, in senso fisico), risulta indispensabile garantire un livello di investimenti che, al momento, premia di più le strutture private che quelle pubbliche, favorendo sinergie e costruendo spazi in grado di garantire anche percorsi terapeutici ed esperienziali nuovi e sempre più richiesti. Le RSA non vanno considerate come parcheggi per anziani sul viale del tramonto, ma luoghi per una rinnovata socialità, la cui guida, e conseguente cura degli ospiti, va affidata a un rinnovato umanesimo che ponga al centro le persone più che i numeri e i pur necessari equilibri di bilancio. Interventi che possono essere finanziati anche con il PNRR non sono più rinviabili, vanno realizzati spazi accoglienti, in grado di salvaguardare la privacy e l’individualità degli ospiti, favorendo l’interazione con la rete relazionale famigliare, con il volontariato, con i portatori di nuove esperienze e nuovi progetti capaci di restituire dignità e interessi agli anziani ospiti.

In tutto questo, il sistema della qualità, insieme a quello della ricerca specialistica in ambito sociologico, psicologico e medico terapeutico, potranno prevenire i fenomeni degenerativi che sono il rischio primario dei prossimi anni.

C’è quindi molto lavoro da fare, anche se esistono esperienze, in Italia e in Europa, da cui attingere linfa per rinnovare un sistema che, nonostante tutto, sta cercando di fare con impegno la propria parte, pur tra le mille difficoltà che anche la pandemia ha acuito. Con soddisfazione quindi, cogliamo gli esiti di questo convegno, che ha messo a confronto professionalità del mondo socio sanitario regionale sulle prospettive future dei servizi per gli anziani, offrendo spunti di riflessione che, se colti, potrebbero essere decisivi nell’influenzare le scelte strategiche dei mesi a venire.

*di Maria Rosa Pavanello, Sindaco di Mirano e Presidente Ali Veneto, e Leonardo Raito, Sindaco di Polesella e Vicepresidente ALI Veneto