Solo i Comuni possono far decollare il Recovery Plan

Il 2021 sarà  un anno di progettazione del nostro futuro. Grazie al vaccino, innanzitutto, che ci permetterà di uscire da questo periodo buio segnato dalla crisi sanitaria, economica e sociale, e che ci permetterà finalmente di liberare le nostre città, e grazie soprattutto alle risorse del Recovery Plan che arriveranno a partire dal 1° luglio. L’Italia avrà a disposizione ben 210 miliardi da spendere, soldi che possono cambiare e  trasformare il futuro del prossimo decennio del nostro Paese. Una grande opportunità, unica direi, che non possiamo permetterci di mancare se vogliamo davvero pianificare un’idea nuova di Paese e investire sul presente e sul futuro.

I sindaci sono lo Stato sul territorio, sono i Primi Cittadini, coloro che conoscono meglio di chiunque i bisogni delle loro comunità. Conoscono molto bene i territori e i loro problemi, le loro potenzialità, ciò che serve loro per superare le crisi e per crescere. Per questo abbiamo chiesto al governo che una parte delle risorse del Recovery Plan, il 10 per cento del totale, circa 20 miliardi, arrivino direttamente ai Comuni perché noi Comuni e amministratori locali siamo coloro che riescono a spendere meglio e più velocemente queste risorse. E se vero che è esigenza del governo che queste risorse ‘cadano a terra’ il più velocemente possibile, è anche vero che è una grande sfida per i tutti i Comuni, realizzare azioni significative di governo locale e magari mettersi  insieme in progetti strategici.

Mobilità ed edilizia sostenibile, modernizzazione e digitalizzazione, 5G, riscoperta degli spazi aperti e investimenti sulle aree interne. Queste sono le sfide dalle quali devono ripartire le città e il Paese. La pandemia ha rafforzato la sfida ambientale del nostro Paese e quella dei paesi europei, una sfida basata su un modello di sviluppo non solo delle grandi città, ma anche dei borghi, delle zone di montagna e delle aree interne, che negli ultimi anni hanno vissuto un fenomeno di spopolamento. In questo senso si stanno aprendo nuove opportunità, perché questi mesi segnati dal Covid e dalle chiusure hanno fatto riscoprire il valore degli spazi. C’è una nuova sensibilità nei cittadini, perché la vita di prima è stata stravolta e nella crisi abbiamo sofferto ma anche riscoperto valori nuovi. Abbiamo bisogno di città sempre più sostenibili e verdi, e allo steso tempo dobbiamo investire su servizi e infrastrutture nelle aree interne.

La Rete dei Comuni sostenibili, il nuovo progetto di ALI con Città del Bio e Leganet, va proprio in questa direzione ed è nata da questa esigenza: una rete di Comuni che vogliono cooperare su progetti strategici ed essere misurati alla fine dell’anno per verificare – cosa fondamentale e innovativa – quanto le loro azioni di governo, a trecentosessanta gradi, abbiano fatto centro, abbiamo portati miglioramenti alla città e ai cittadini, in termini di qualità della vita e di sviluppo sostenibile. Perché la crescita qualitativa delle nostre città passa indubbiamente per la crescita economica, ma anche dunque per le scelte strategiche che vengono compiute. C’è bisogno allora di nuovi percorsi, nuove strade, capaci di portare il nostro Paese verso un nuovo modello di sviluppo.

Occorre una nuova politica urbanistica, accompagnata da nuove normative urbanistiche, sia nazionali che regionali. Se davvero vogliamo dare corpo allo slogan “ricostruire il costruito” abbiamo bisogno di strumenti innovativi, di abbattere la burocrazia e di incentivi. In questo senso l’Ecobonus 110% triennale è una grande opportunità per trasformare le nostre città, i sindaci hanno avuto già un riscontro molto positivo sul territorio, un grande entusiasmo. Se a questo aggiungiamo il Bonus Facciate, il Sisma Bonus, o il Bando Periferie allora possiamo mettere in campo un’edilizia nuova sostenibile, efficiente dal punto di vista energetico, tutta orientata al recupero del  già costruito. Questo è un esempio e solo un aspetto di quello che possiamo fare con le corpose risorse del Recovery Plan che arriveranno a luglio e che andranno ad aggiungersi ai vari capitoli di spesa. Abbiamo davanti a noi sfide importanti e avremo tanti soldi per progettare il futuro. E’ la grande occasione del Paese. I sindaci sono pronti a cogliere questa grande e incomparabile sfida alle porte, per far crescere le proprie città e i propri territori.