Le Autonomie strategiche per costruire l’Italia del dopo emergenza. Rafforzare le Province per rimuovere le diseguaglianze

Il 18 marzo scorso tutto il Paese si è raccolto per ricordare gli uomini e le donne vittime del Covid, a due anni dall’inizio della crisi sanitaria che ha lasciato lutti e profonde ferite che ancora stiamo cercando di curare.  Il 24 marzo abbiamo con sgomento raggiunto un mese dall’inizio della guerra della Russia contro l’Ucraina. In queste due emergenze, tanto diverse quanto drammatiche per l’impatto sui cittadini e sulla tenuta economica e sociale, l’azione delle Province e dei Comuni si è rivelata determinante. Mai come in questi due anni è apparso evidente quanto il rispetto pieno del dettato della Costituzione, che riconosce e promuove il ruolo delle autonomie locali tanto da individuarle tra le istituzioni fondanti della Repubblica insieme e al pari di Stato e Regioni, possa rappresentare uno degli elementi dirimenti per sostenere lo sforzo di tenuta dell’emergenza prima e di ricostruzione e della ripresa oggi. Come ha voluto sottolineare il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento rivolto alle Camere “Il pluralismo delle istituzioni, vissuto con spirito di collaborazione, rafforza la democrazia e la società” ribadendo l’importanza del ruolo e dello spazio delle Autonomie per disegnare e iniziare a costruire l’Italia del dopo emergenza. Una impresa cui tutti siamo chiamati, che impone e richiede il concorso di ciascuno, a partire dalle istituzioni locali e nazionali, che hanno il dovere di assicurare dignità e sviluppo a città e zone interne, a comunità insulari e montane, a grandi metropoli e a piccoli comuni. Il ruolo delle Province in questo disegno può essere strategico e può fare la differenza tra la riuscita e il fallimento di tante sfide, a partire da quelle che dobbiamo affrontare per attuare a pieno il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un Piano, ricordiamolo, che ha come obiettivo quello di ripianare i divari sociali e territoriali che non solo rappresentano un’inaccettabile ingiustizia, ma non consentono la realizzazione di una vera ripresa strutturale solida e duratura.  È proprio questo obiettivo che dovrebbe spingere ad accelerare quanto più possibile quel percorso, ormai da tutti riconosciuto imprescindibile, di ricostruzione di una stabile cornice istituzionale delle Province, entro cui assegnare un ruolo chiaro a questa istituzione, risolvendo le tante incertezze che persistono a seguito della riforma del 2014, principalmente rispetto alle funzioni e agli organi.  Ignorare, o non considerare, che anche dalla revisione della riforma delle Province dipenda la qualità della nostra democrazia, significa non comprendere quanto l’abbandono del presidio dei territori a vantaggio delle metropoli sia tra i fattori che hanno acuito la frattura tra città e periferia, e che proprio da questa frattura discenda parte della fragilità del nostro sistema economico. Per questo la spinta al rafforzamento istituzionale, economico e organizzativo delle Province, deve trovare come primi alleati i Sindaci, che devono chiedere e sostenere a gran voce questo processo. Perché le Province sono Case dei Comuni, e i Sindaci e i Consiglieri comunali che hanno scelto di impegnarsi per amministrarle sono estremamente consapevoli del fatto che nella Provincia è possibile trovare le risposte a sostegno anche ai cittadini del proprio comune, grazie ad una strategia unitaria. ALI è la sede in cui questo legame tra Sindaci e Presidenti di Provincia si può stringere, per risolvere ogni inutile contrapposizione.

*di Luca Menesini, Sindaco di Capannori e Presidente della Provincia di Lucca. Coordinatore Presidenti Provincia ALI