Pnrr e Sud, una scommessa nazionale che passa per il mezzogiorno

Venuti: “Una grande opportunità anche dal punto di vista politico per le forze di centrosinistra e i suoi tanti amministratori”

Nessuno di noi avrebbe mai immaginato di diventare protagonista di una delle fasi più complicate della storia recente. Abbiamo via via acquisito consapevolezza di come affrontare l’emergenza sanitaria, ma non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze sociali ed economiche nel medio e lungo periodo. La storia ci ha insegnato che è proprio dai traumi che possono derivare enormi opportunità e, anche in questo caso, dobbiamo essere pronti a coglierle per trasformare un periodo buio in un’occasione di ripartenza.

I fondi del PNRR rappresentano uno strumento formidabile, ma vanno spesi e, soprattutto, spesi bene o non ci consentiranno di colmare le lacune accumulate in anni di contrazione della spesa e di crescita delle disuguaglianze, sociali e territoriali.

Finalmente, come abbiamo sentito dalla voce del Presidente Draghi in occasione dell’ultima assemblea annuale dell’ANCI, sembra che tocchi ai territori, ed ai comuni in modo particolare, di assumersi la responsabilità di contribuire a guidare questo processo. Una responsabilità gravosa ma necessaria se si vuole rendere il territorio protagonista del proprio futuro, dopo anni in cui abbiamo assistito ad uno scollamento pauroso tra cittadini ed istituzioni che, purtroppo, ha caratterizzato anche l’ultima tornata di elezioni amministrative nel nostro paese con un astensionismo senza precedenti.

In questo quadro si va sempre più affermando una rivalutazione del ruolo dei sindaci, impensabile fino a due anni fa, che necessita però di alcune condizioni per essere realmente efficace.

La prima è certamente lo snellimento di un sistema pesantemente condizionato da lentezze e lungaggini burocratiche insostenibili. Senza un’azione energica in tale direzione rischiamo di perdere le opportunità, dirette ed indirette, derivanti dagli investimenti e non possiamo assolutamente permettercelo.

In secondo luogo occorre rendere efficace la spesa attraverso il raggiungimento di obiettivi importanti, in grado di ridisegnare la nostra società e creare sviluppo duraturo e sostenibile. La sostenibilità deve essere applicata a qualunque settore, non soltanto ad energia e ambiente,  e deve radicarsi nelle nostre menti per contribuire in modo efficace alle nuove forme di progresso a cui dobbiamo ambire.

La terza questione, non in ordine di importanza, riguarda il ruolo stesso dei sindaci, che dovranno essere all’altezza di alzare lo sguardo rispetto alla quotidianità e di farsi parte attiva nelle scelte politiche fondamentali del nostro paese, occupandosi contemporaneamente delle buche nelle strade e di politica internazionale. Soltanto cosi potranno essere infranti i compartimenti stagno nel quale troppo a lungo hanno vissuto i diversi livelli istituzionali, generando scollamento tra le scelte globali e quelle locali che sono invece strettamente connesse. Ovviamente va fatto uno sforzo di sistema in tale direzione, fatto di elaborazione di pensiero ma anche di riforme coraggiose, a partire da una legge elettorale nazionale che sia in grado di ridare centralità alla rappresentanza politica e territoriale.

Un dettaglio di non poco conto in questa partita è rappresentato dal criterio di ripartizione territoriale che è stato dato ai fondi del PNRR, assegnando circa il sessanta per cento degli stessi al Sud Italia. La cosa non è rassicurante di per sé, visto che in passato sono state sprecate parecchie occasioni derivanti dai fondi europei assegnati alle aree svantaggiate e in gran parte ritornati indietro per incapacità di spesa. Occorre appianare parecchi ostacoli, partendo dall’accelerazione dei processi straordinari di assunzione di personale qualificato che sono in corso, ma ci vuole anche la capacità di avere una visione in grado di indirizzare le scelte verso uno sviluppo di sistema per colmare il gap infrastrutturale, emblematicamente rappresentato dalle condizioni dei trasporti e della mobilità, e quello legato alla carenza di servizi, dagli asili nido alle enormi difficoltà economiche ed organizzative degli enti locali. Quale migliore occasione per trasformare i tanti limiti in altrettante opportunità, avviando una netta inversione di tendenza rispetto alle grandi fughe di giovani ed imprese che determinano un pesante rallentamento alla crescita dell’Italia intera.

Il tanto abusato motto “se cresce il sud cresce l’Italia”  può essere per una volta traino di una scommessa nazionale che passa per il mezzogiorno, sarebbe infatti un fallimento generale non spendere più della metà dei fondi complessivamente stanziati. Tutto ciò rappresenta, infine, una grande opportunità dal punto di vista politico per le forze di centrosinistra, che potranno tornare, anche attraverso i tanti amministratori sul territorio, ad essere protagoniste del nostro tempo.

*di Domenico Venuti, Sindaco di Salemi e Vice presidente ALI Sicilia