Pandemia e crisi, il Piano per la ripresa

La pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza la fragilità dei Paesi industrializzati. E’ bastato un virus e la sottovalutazione del pericolo di una sua diffusione per mettere in ginocchio le economie mondiali e per creare danni economici e sociali inestimabili, paragonabili, se non peggiori, ad un conflitto su scala mondiale.

L’Europa, di fronte a tale immane calamità, ha messo in campo un piano di interventi senza precedenti. Il bilancio a lungo termine dell’Unione Europea, unito a Next Generation EU, lo strumento temporaneo pensato per stimolare la ripresa, costituirà il più ingente pacchetto di misure di stimolo mai finanziato dall’UE.

Per ricostruire l’Europa dopo la pandemia di Covid-19 verrà stanziato un totale di 1.824 miliardi di euro, altresì detto Recovery Fund, di cui 1.074 miliardi nel quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e 750 miliardi del Next Generation UE. All’Italia spetterà, secondo gli ultimi dati e il regolamento europeo, che prende a riferimento il Pil del 2019, circa 191,5 miliardi. L’obiettivo è un’Europa più ecologica, digitale e resiliente. Il nuovo bilancio dovrà far fronte anche ad esigenze impreviste e, quindi, adeguato non solo alle realtà attuali, ma anche alle incertezze future.

Il Next Generation EU è uno strumento temporaneo per la ripresa da 750 miliardi di euro, che contribuirà a riparare i danni economici e sociali immediati causati dalla pandemia di coronavirus per creare un’Europa post Covid-19 più verde, digitale, resiliente e adeguata alle sfide presenti e future.

L’Italia dispone per il Next Generation EU risorse pari a 68,9 miliardi. Affinché la Commissione inizi a contrarre prestiti in questo ambito, rendendo così operativo lo strumento, è tuttavia necessario che la nuova decisione sulle risorse proprie sia ratificata da tutti gli Stati membri in linea con le rispettive norme costituzionali, contando sull’impegno degli stessi a procedere il più rapidamente possibile, nell’interesse di tutti i cittadini dell’Unione Europea.

Come giustamente ha detto la presidente della Commissione UeUrsula von der Leyenbisogna intervenire in aiuto dei cittadini e delle imprese gravemente colpite dall’emergenza coronavirus. Il nostro piano di ripresa ci aiuterà a trasformare la sfida della pandemia in un’opportunità di ripresa alimentata dalla transizione verde e digitale”.

Il nostro Paese, già con un sistema economico fragile prima della pandemia, è stato colpito da una crisi che ha messo in ginocchio il sistema produttivo e sociale italiano, acuendo le disuguaglianze di genere, generazionali e territoriali e minando fortemente la capacità di ripresa.

Di fronte a tale evento drammatico sarà necessaria una svolta nella politica italiana, sia nella programmazione che nell’attuazione degli investimenti. Non è più pensabile che passino anni per affidare un appalto di un’opera pubblica e che ne trascorrano altri, infiniti anni, per vedere la sua realizzazione.

Il ruolo della Pubblica Amministrazione, in qualità di motore di sviluppo, è in questo senso centrale. Esso poggia su tre capisaldi: ungrande piano di opere pubbliche che possa scongiurare danni economici irreparabili e il rischio depressione; la semplificazione dei processi; un massiccio investimento di capitale umano. Solo in questo modo si possono curare le ferite nuove legate alla shock della pandemia e dare risposte efficaci ed efficienti al sistema Paese e, quindi, ai suoi cittadini.

Per quanto riguarda il primo aspetto, oltre alla grandi opere pubbliche ad appannaggio del governo centrale, essendo i Comuni il primo avamposto dello Stato e conoscitori delle esigenze del territorio, sarebbe opportuno destinare direttamente a loro una percentuale delle risorse del Next Generation EU per progetti strategici territoriali da realizzarsi in coerenza con la strategia nazionale.

Per quanto attiene, invece, alla semplificazione dei processi, mi preme sottolineare quanto ha dichiarato Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. “Per la ripresa in Italia – ha detto – occorre superare tutte le incrostazioni e complicazioni burocratiche che negli anni hanno impedito al Paese di decollare”. In sostanza egli afferma che bisogna rivedere e migliorare il Codice degli appalti che è frutto degli accadimenti degli anni ‘90, della stagione di Mani Pulite, per cui alla base pone il problema della corruzione e non dell’efficacia e dell’efficienza del sistema. Ritengo, pertanto, che sia quanto mai necessario, e non più derogabile, intervenire per lasemplificazione e la sburocratizzazione normativa.

In definitiva, bisognerebbe applicare il modello Genova per tutti i cantieri. Tra l’altro è un modello che non è in contrasto con le norme europee e se l’emergenza c’era per Genova, oggi diciamo la verità, c’è per tutto il Paese.

Anche il “Grande Progetto Pompei” rappresenta un’eredità preziosa, perché ha mostrato la capacità di realizzare un progetto complesso nel Mezzogiorno. E ci lascia alcune buone pratiche, che costituiscono l’ossatura dei “progetti bandiera” del futuro.

L’ultimo aspetto riguarda il capitale umano.  L’organizzazione del lavoro, le nuove tecnologie, i percorsi di formazione continua dovranno definire una nuova Pubblica Amministrazione, a partire dalla valorizzazione delle persone e del pieno perseguimento delle pari opportunità. La costruzione della nuova Pubblica Amministrazione si fonda sull’ingresso di nuove generazioni di lavoratrici e di lavoratori e sulla valorizzazione delle persone nel lavoro, anche attraverso percorsi di crescita e aggiornamento professionale (reskilling), con un’azione di modernizzazione costante, efficace e continua, per centrare le sfide della transizione digitale e della sostenibilità.

A tal fine occorre sottolineare lo sforzo fatto dalla Regione Campania che ha lanciato il Piano per il Lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni, sottoscrivendo un accordo di collaborazione con il dipartimento della Funzione pubblica e investendo 100 milioni di euro, attraverso il progetto RIPAM –  FORMEZ, per tirocini formativi ed assunzioni negli Enti Locali che dovranno soddisfare il fabbisogno di personale per il triennio 2019/2021 degli Enti Locali convenzionati.

Chiudo le mie riflessioni con una frase di Papa Giovanni XXIII: “Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni. Non pensate alle vostre frustrazioni, ma al vostro potenziale irrealizzato. Non preoccupatevi per ciò che avete provato e fallito, ma di ciò che vi è ancora possibile fare”.  

* di Vincenzo Ascione, Sindaco di Torre Annunziata e Presidente ALI Campania